Immaginiamo un mondo migliore che ci aiuterà finalmente a manifestare le nostre virtù, i nostri sogni. Questo è vero, ma è ancor più vero che tutto ciò non potrà mai accadere se non siamo per primi noi, nella nostra intimità, a far rinascere il nostro “mondo interno”. Nessuno di noi potrà essere agente del Rinascimento che stiamo sognando se prima non avrà sperimentato un rinascimento interiore. Non stiamo parlando di religioni o fedi (dalle quali certamente possiamo e dobbiamo imparare tanto), ma del bisogno spirituale di nutrire il senso del rinascimento, affinché anche questo, come il primo, sia ispirato da un nuovo umanesimo.
Un rinascere interiore che potrà essere nutrito da:
• Autenticità del percorso di trasformazione del pensiero e delle azioni.
• Passaggio dalla “resistenza” delle nostre identità verso il cambiamento alla “resilienza” come capacità organica e vitale di armonizzarsi.
• Nuova consapevolezza sulla propria natura, sulla propria storia (sia come persone che come meridionali e mediterranei).
• Visione complessiva dei fenomeni: noi siamo legati a tutto, ma non per questo siamo tenuti a subire tutto (pensiero sistemico e metafora applicata della biodiversità ci potranno aiutare); apprendere dalla consapevolezza della necessaria interconnessione tra noi in virtù dell’ineluttabile interdipendenza che ci lega.
• Armonizzazione delle nostre intime motivazioni con quelle dell’Accademia del Rinascimento attraverso la rinascita e valorizzazione delle nostre individuali vocazioni naturali.
• Tenere a distanza le paure intime e quotidianamente indotte dall’esterno per far sempre più spazio al sogno individuale e collettivo.
• Recupero della nostra capacità estetica di riconnetterci al mondo con tutti i nostri sensi.
• Evolvere l’ascolto in “sentire” e successivamente “percepire” affinché dal cambiamento si passi alla trasformazione.
• Contatto umano; apertura all’altro; ascolto attivo; dialogo costruttivo; ripristino dei legami fiduciari.