Il Nuovo Rinascimento avrà una caratteristica chiara che lo distingue dai precedenti movimenti rinascimentali: l’energia cooperativa.
L’umanità oggi può evolversi nella misura in cui apprende le dinamiche e le opportunità della cooperazione, della visione comune, di obiettivi e risultati collettivi prima che individuali. I mediterranei, ed i meridionali in particolare, sono sempre stati tacciati di incapacità di cooperare. Non è la verità: la mediterraneità ha sviluppato nei millenni una sua specialissima forma di collaborazione tra popoli, culture, economie, lingue e religioni. Gli ultimi secoli (in particolare gli ultimi 2) hanno visto azioni di divisioni ad opera dei colonizzatori tese proprio a limitare quelle virtù. Ed oggi è vero: non sappiamo più perché e come cooperare. Dobbiamo riapprendere anche dal nord, ma soprattutto dai nostri archetipi mediterranei.
L’Accademia desidera diffondere la cultura della vera cooperazione (perché conviene farlo? cosa ne viene a me come individuo e come parte collettiva?) e le tecniche (come si può cooperare? come si può comporre un pensiero collettivo? un progetto comune? come si può agire insieme? come ci si muove all’unisono restando e migliorandosi come uno strumento autonomo e dotato di un proprio unico talento e di una propria personalità?)
L’Accademia si sta auto generando come una costellazione composta da ambiti apparentemente slegati, ma che in realtà, per far scaturire ricchezza dall’interdisciplinarietà (leggi: incontro virtuoso tra differenze) saranno chiamate a cooperazione costante in almeno due direzioni:
1) capacità di ispirare trasversalmente tutta la costellazione dell’Accademia con le proprie sensibilità, esperienze, modelli;
2) capacità di vincere eventuali conflitti interni al proprio specifico ambito per giungere a progetti comuni che rappresentino crescita evolutiva ed economica.
Per fare ciò l’Accademia accompagnerà le fasi di ricerca-educazione-progettazione con tematiche e tecniche (quelle vere) di cooperazione virtuosa e progettazione partecipata.
Apprenderemo dalla natura e dalla musica per sentire, essere e fare insieme!
Decalogo del gioco della cooperazione:
• Ricorda che i gruppi cooperativi non escludono le differenze di interesse e gli antagonismi. L’omogeneità delle strategie e degli atteggiamenti non può essere un punto di partenza, ma un risultato.
• Coopera per un etica comune. Fa che i tuoi sogni e le tue strategie abbraccino sempre la vita in tutte le sue forme. Impara dallo spirito di maternità delle donne e progetta sempre pensando nell’interesse dei bambini.
• Metti a disposizione del gruppo cooperativo la tua identità e le tue intenzioni in funzione non di un obiettivo prefissato, ma di un confronto osmotico teso ad arricchirle e metterle in discussione.
• Abbandona gli obiettivi a breve e concentrati sulla condivisione di quelli a lungo termine. Concedi a te e agli altri il tempo di imparare a cooperare.
• Crea un “sistema collaborativo” condiviso, composto da una strategia, un piano di lavoro, un regolamento (via via più semplice), strumenti di funzionamento ed un codice etico misurato e realistico. Fai la tua parte e rispetta gli impegni presi.
• Ama la verità e la bellezza dei rapporti. Abbandona la menzogna, lo stratagemma e i complotti.
• Combatti l’invidia che nasce in te. Sappi perdonare.
• Abbandona i gruppetti “sobillatori” del più ampio gruppo cooperativo.
• Impara a donare senza aspettare nulla in cambio ed accetta i doni con umiltà. Dona il tuo tempo a te stesso e a gli altri.
• Comunica te stesso attraverso l’ascolto. Usa il gioco del dialogo con pazienza, curiosità e sorrisi per smuovere la creatività e le risorse infinite del lato buono delle persone. Ricorda che comunicare è un atto d’amore e può rimuovere ogni ostacolo.
Non competere, coopera.
Cooperare è un gioco nuovo che tende a spostare il paradigma della progettazione del futuro: non più pensare per sé o pochi intimi e per risultati immediati o a breve, ma pensare ed agire per interessi comuni e collettivi con effetti capaci di durare nel lungo termine.
Educazione alla cooperazione.
L’educazione alla cooperazione, fondata sulla vita, sulla solidarietà e la mutualità, trova i suoi prodromi nella natura, nelle reti digitali e nelle relazioni crescenti negli ambiti del volontariato.
È nella cooperazione la vera innovazione ed è necessario che l’educazione cooperativa entri nelle scuole, nelle università e nei centri di ricerca, affinché la fase di massima evoluzione della coscienza individuale, personale e professionale, si sviluppi all’interno di un ripristino di una mappa di valori come la solidarietà, la generosità, la tolleranza, l’accoglienza, il dialogo, la giustizia, la affettività, la lealtà, la responsabilità, la coerenza, la perseveranza, il coraggio, il rispetto e la speranza nella vita in tutte le sue forme naturali.
La vita, quindi, come punto di riferimento di ogni azione e pensiero individuale e collettivo, ma soprattutto come ispiratrice dei modelli di cooperazione. Una cooperazione biologica che trova sostegno naturale nella cultura mediterranea, dove le diversità si incontrano in un grande organismo comune che tende ad elevarsi non necessariamente crescendo secondo parametri quantitativi.
La cooperazione è fondata sul dono.
Il dono è un virus benefico. Un’energia rinnovabile all’infinito, capace di illuminare gli animi più scuri, di appagare chi dà e chi riceve, di alimentare (senza combustioni nocive) tutti gli ingranaggi sociali e dell’economia. Il dono è alla base dell’organizzazione sociale, della cooperazione e dell’economia evoluta e della felicità.
Comunicazione cooperativa.
L’approccio di apertura alla complessità, come riserva e risorsa di più allettanti opportunità, invita ad una comunicazione dialettica costruita intorno all’ascolto e alla capacità di esprimere i propri punti di vista con ampia disponibilità di rimetterli in discussione, passo dopo passo, in funzione di scoperte comuni. Giungere a scelte collettive è un gioco complesso che, sebbene non può essere affrontato con l’arma della semplificazione, richiede approcci e linguaggi semplici. È un gioco che andrebbe affrontato con cuore semplice, come quello dei bambini. Preconcetti, idee formate dall’esperienza, dubbi, sospetti, eccessiva prudenza e doppi fini sono tumori nei processi cooperativi.
La comunicazione competitiva fa leva sulla verosimiglianza dei messaggi e nel peggiore (ma sempre più frequente) dei casi sul falso e sulla menzogna.
La comunicazione cooperativa non può che distendersi sulla fiducia, sulla lealtà e sull’autenticità della provenienza del contenuto e della destinazione dei messaggi.
Il “conflitto” è occasione di crescita.
Un importantissimo risultato del sapere fare insieme le cose deriva dal saper prendere decisioni comuni superando i conflitti derivanti da interessi personali, punti di vista egoici o comunque dettati dalle differenti ed importanti diversità percettive, culturali, esperienziali.
Quest’ultimo livello di obiettivi cooperativi è fondamentale, perché legato ad un presupposto cardine per la ricerca della migliore via comune: la risoluzione dei conflitti.