La mutilazione di Uranós (1555) Giorgio Vasari
L’Accademia del Rinascimento Mediterraneo porrà grande attenzione e rispetto al concetto di tempo. Un buon rapporto con il tempo da parte delle persone e delle organizzazioni sociali e produttive è il presupposto per incardinare un nuovo paradigma rinascimentale.
L’Accademia in particolare animerà alcune specifiche sensibilità in rapporto al “tempo”:
- Riappropriarsi del proprio tempo: Il primo passo per un rinascimento personale e quindi collettivo parte dal recupero della propria disponibilità di tempo. Donare a se stessi il proprio tempo e donarlo agli altri è l’inizio della libertà dalle oppressioni e schiavitù psicologiche ed economiche. Lo scambio o il dono reciproco del nostro tempo producono fiducia e amicizia su cui si costruisce il valore economico più stabile.
- Tempo dell’ascolto e delle percezioni: l’esperienza della felicità e della bellezza nasce in un contesto atemporale. Attraverso l’intelligenza del nostro completo ascolto e delle nostre capacità percettive incontriamo il vero, la verità, e afferriamo l’intero processo del tempo. Il tempo del mutamento non esiste. Per rinascere non c’è bisogno di tempo misurabile. Il rinascimento è possibile solo adesso, non in futuro.
- Tempi della comunicazione: è necessario accordare i tempi individuali, non più solo a quelli sociali, ma soprattutto a quelli naturali. Nel tempo lento si aprono spazi di comunicazione reali, umani, naturali. Le nostre sensorialità, il senso dell’altro, l’ascolto profondo si riabilitano, tornano a inviare messaggi di libertà e comprensione. Si attivavano la condivisione pura, la compassione, l’amore. La buona comunicazione diviene così il fattore produttivo più fecondo e duraturo. Le accelerazioni imposte dalla comunicazione moderna innescano invece circoli viziosi.
- Tempo e dialogo intergenerazionale. Il pensiero è il risultato del tempo e non c’è pensiero senza memoria. La memoria è tempo. La memoria tra passa tra le generazioni solo se il dialogo intergenerazionale torna ad essere attivo e rispettoso. Il pensiero, in questo, rinasce ed apre strade più sicure e felici verso il futuro. Fare insieme le cose richiede tempo, dialogo e coinvolgimento intergenerazionale. La democrazia diviene un peso nel momento in cui si agisce secondo velocità e autonomia generazionale.
- Tempi nel lavoro: Altro aspetto determinate sarà difendere “metodi” di lavoro più lenti. La fretta, l’urgenza, l’emergenza ed i vari primati temporali sono condizioni che sradicano dal presente, dai rapporti, dall’ambiente e portano a nulla di costruttivo. Nei tempi lenti il proprio lavoro, se si ama, sa svelarci le gioie della nostra vocazione ed i segreti della creatività. Tecniche e saperi si fortificano, i prodotti si elevano, lo spreco diminuisce. Allo stesso modo i tempi dell’apprendimento, in quanto soggettivi, prendono forma e misura attorno alle esperienze più che ai programmi di indottrinamento.
- Riorganizzare i propri tempi sociali: E’ necessario riorganizzare i tempi sociali in modo territoriale e non in modo globale secondo una cultura che intende dominare, ma secondo plurali e particolari culture. Ogni luogo ha un “genius loci” ed anche un “genius temporis”. Il tempo individuale, per armonizzarsi al tempo naturale, deve essere sostenuto da un tempo sociale che risponde ai “tempi del luogo”. E’ così il sud ed il mediterraneo, possono riorganizzare plurimi tempi sociali per città, servizi, trasporti, scuole, lavoro e così via.
Il Sud è sempre in ritardo, così ci viene sempre detto. Ma in ritardo rispetto a quale orologio? Ritardo rispetto a quale corsa? Verso quale meta?