Paesaggio con figure danzanti – Claude Lorrain (Claude Gellée) 1647
La felicità e la libertà autentiche rinascono nella condivisione della bellezza dei luoghi pubblici.
• L’Accademia del Rinascimento Mediterraneo svolgerà le sue attività prendendo contatto con i luoghi del territorio. Non avrà una sede fissa e privata perché essa si aprirà al rapporto con tutte le espressioni e risorse del territorio, andandole a trovare a stimolare con i suoi contenuti. Così le attività dell’Accademia si potranno svolgere presso edifici storici, presso sedi di imprese o associazioni, università ed enti di formazioni, ma anche spazi culturali e nella familiare accoglienza di case private. Ma, oltre a ciò, l’Accademia eleggerà come luoghi di incontro simbolici ed esperienziali per alcune tematiche anche gli spazi pubblici, piazze, boschi, spiagge e così via, affinché si torni a condividere e vivere insieme la bellezza che ci viene offerta da ciò che è di tutti.
• Il luoghi pubblici, naturali e non, sono sempre più ridotti e sempre meno vissuti da esperienze autentiche. Divengono luoghi di attraversamento di persone, mezzi e merci che vanno da un luogo privato ad un altro. Sono luoghi tagliati dal nostro passaggio individuale e distratto, inquinati dai nostri rumori e scarichi. L’Accademia stimolerà una mobilità sostenibile per l’ambiente, per l’economia e soprattutto per la vita delle persone, affinché il luoghi pubblici smettano di essere non-luoghi maltrattati dalla nostra incuria e distrazione e tornino ad essere i luoghi di esperienze autentiche, edificanti e felici.
• La città è un luogo speciale per la vita delle persone, ma da espressione di intelligenza, socialità, sicurezza, crescita culturale ed umana può tramutarsi in esempio di stupidità, di egoismi, di prevaricazione, schiavitù e malessere. La città neo rinascimentale è una città di transizione che l’Accademia amerà nutrire di ispirazioni. Tempi sociali, luoghi pubblici, servizi, energia rinnovabile, verde ed orti pubblici, laboratori, biblioteche diffuse, connettività, mobilità saranno alcuni dei focus, ma l’attenzione ed il supporto principale che l’Accademia intenderà offrire ai cittadini e alle istituzioni è il metodo di progettazione della vita dei quartieri e della città. Cooperazione etica e progettazione partecipata reale e diffusa: il saper decidere e fare insieme come innesco virtuoso di una città che sa creare una comunità forte. Una città disegnata anche dai bambini e che sappia favorire il dialogo costruttivo intergenerazionale.
• L’Accademia stimolerà una buona comunicazione pubblica, mediterranea e rinascimentale, per rimarginare la dicotomia tra pubblico e privato. La funzione maieutica dell’Informazione e della Comunicazione pubblica deve essere ripristinata e liberata dalla comunicazione politica-elettorale. Per costruire una relazione stabile, paritaria e virtuosa tra pubblico e privato è necessario rifondare un nuovo specifico vocabolario che prenda le sue forme da un terreno di vicinanza culturale tra le parti. Un terreno, dunque, non più precostituito dagli interessi dell’economia pubblica o privata, ma da quelle risorse umane, naturali e culturali capaci di rigenerare nuova economia senza forzature identitarie, esistenziali e finanziarie. Non esiste alcuna comunità, che possa definirsi tale, in cui il messaggio non viaggia in modo continuativo, diretto e paritario.
• L’Accademia rinvigorirà la riabilitazione sociale che sta avvenendo nei territori digitali della rete Internet. Per molti decenni, troppi, gli italiani hanno smesso di incontrarsi nei luoghi pubblici per informarsi, confrontarsi, decidere, ribellarsi. Oggi le reti hanno abbassato molto la soglia ansiogena dell’assumere una posizione personale di fronte a tematiche di interesse pubblico. Sulla rete, le piazze virtuali, stanno preparando il campo per il ritorno delle agorà reali. Il luogo pubblico è il più potente medium per la ripresa di consapevolezza del potere collettivo.
______________________
“Sarebbe tutto più semplice se non ti avessero inculcato questa storia del finire da qualche parte, se solo ti avessero insegnato, piuttosto, a essere felice rimanendo immobile. Tutte quelle storie sulla tua strada. Trovare la tua strada. Andare per la tua strada. Magari invece siamo fatti per vivere in una piazza, o in un giardino pubblico, fermi lì, a far passare la vita, magari siamo un crocicchio, il mondo ha bisogno che stiamo fermi, sarebbe un disastro se solo ce ne andassimo, a un certo punto, per la nostra strada, quale strada? Sono gli altri le strade, io sono una piazza, non porto in nessun posto, io sono un posto.“ Alessandro Baricco
“E’ un’epoca di lucchetti rinforzati, di allarmi antifurto, di palizzate e filo spinato. La crisi si è verificata in seguito allo svuotamento dello spazio pubblico, in particolare dell’agorà, quel luogo intermedio, pubblico/privato, dove la politica della vita incontra la Politica con la P maiuscola. Dal canto suo il potere fugge via dalla strada e dal mercato, dalle assemblee legislative, dalle aule parlamentari, dai governi locali e nazionali, ben oltre ogni possibilità di controllo da parte dei cittadini, per rifugiarsi nell’extraterritorialità delle reti elettroniche.” Zygmut Bauman