SUD
I termini nord, sud, est e ovest derivano tutti dall’alto tedesco antico, e l’origine di questi termini usati inizialmente nelle culture germaniche, si può riscontrare della mitologia norrena: secondo il mito della creazione all’inizio del tempo furono posti quattro nani ai quattro punti cardinali, e i nomi di questi nani erano: Norðri, Suðri, Austri e Vestri.
(Da integrare al paragrafo precedente) Sud s. m. [dal fr. sud, che risale all’ingl. ant. suth]. – voce entrata in Italia nel sec. XVI mediante i rapporti commerciali. Il mezzogiorno, la parte calda del mondo. Il sud o meridione o mezzogiorno è uno dei quattro punti o direzioni cardinali.
Il termine Sud del Mondo viene spesso usato per indicare le nazioni più povere e meno sviluppate (secondo il concetto di “sviluppo” occidentale) e che oggi, comprensibilmente, si trovano in massima parte nell’emisfero australe.
Ma Sud non è solo un punto cardinale o una delimitata zona geografica. Il Sud è anche e soprattutto un luogo dell’anima. Contenitore di valori, stili di vita. È amore, rispetto e fedeltà per la terra, i suoi tempi e le stagioni. Complicità nell’esplorare attraverso il mare. Lentezza nel accostarsi alle esperienze, nel viverle e condividerle. Consapevole ed umile accettazione del limite. Senso della misura nell’approccio alle verità assolutistiche. Giocosità e serietà nel gustare il cibo, l’eros e la vita. Sapere stare in silenzio e ascoltare senza essere assaliti dall’horror vacui. Saper riconoscere la bellezza e non volerla possedere. Intreccio armonico di lingue, culture, filosofie e religioni. Abilità manuali in cui le tecniche diventano arti. Fiducia nella saggezza dell’istinto nelle difficoltà ed imprevisti. È in questo senso che il Sud è punto di riferimento, il ventre del mondo da cui tutto ha origine.
******
Sud, il punto cardinale opposto al nord (ossia alla posizione della stella polare), approssimativamente indicato dalla direzione in cui si osserva il Sole nel momento in cui è più alto sull’orizzonte, o anche dalla direzione a destra di una persona che, in un giorno prossimo agli equinozî, guardi il levare del Sole.
Più generalmente “il Sud” indica particolari regioni all’interno di una nazione: nel caso dell’Italia con tale termine si indicano i territori appartenenti all’ex Regno delle Due Sicilie. Il Sud Italia, fulcro del Mediterraneo, punto di riferimento, cuore pulsante di vita e scambi fin dall’antico mondo greco, così come nel Rinascimento, ha da sempre prodotto un inestimabile patrimonio di pensiero non sufficientemente ascoltato. Fino all’Unità d’Italia era il Mediterraneo il cuore geo-culturale del mondo. Il Regno delle due Sicilie era di gran lunga più ricco del nord, intendendo per ricchezza non solo quella dell’oro e delle merci, ma anche quella culturale, artistica, di civiltà e pensiero. Quel mancato ascolto ha di molto allontanato l’umanità da una crescita sostenibile, a misura d’uomo. Il ruolo naturale del Sud, quello che con il Nuovo Rinascimento (nella sua Accademia) auspica ed incoraggia, è di ispirare in modo semplice e profondo un nuovo Umanesimo, un nuovo naturalismo, un nuovo Rinascimento.
Il Sud è il ventre del mondo, è umanità, è il tempo lento per gustare la vita, la bellezza. Il Sud è il luogo dei sogni, delle utopie e della magia. Già nel primo Rinascimento e poi nell’Illuminismo, il contributo del Sud fu sminuito dal Sud stesso, accelerando verso quella vuota modernità con la quale ci troviamo oggi a dover “fare i conti”. Ernesto De Martino, nella sua opera “Sud e Magia”, introduce nella magia del Sud che, protetta dalla quotidiana precarietà, mantiene ancora oggi viva e attiva la sua funzione intelligente ed istintiva di sopravvivenza. La magia del Sud, sta infatti proprio nella capacità di ricavare un inscindibile rapporto dinamico e costante nei secoli, tra le difficoltà dell’esistenza e la contingenza. In questo modo magia, mitologia e religione diventano un’estensione concreta e credibile di ciò che le donne e gli uomini del Nuovo Rinascimento auspicano per il futuro: la creazione di una metastoria che aiuti ed incoraggi un percorso che nel tempo possa continuare a fare Storia. È questa la magia del Sud: la speranza ostinata nel lungo termine soddisfatta quotidianamente dai piccoli riti del vivere quotidiano. La potenza del percorso iniziatico verso il Nuovo Rinascimento nasce da questa magia che oggi può ispirare una nuova metastoria che presto si farà realtà.
Il Sud è un luogo dell’anima che, piccolo o grande, appartiene a tutti. È quel luogo che bisogna vivere e rigenerare. Non è sogno di vacanza a buon mercato, usa e getta. Il Sud è ben altro: è il luogo del sogno interiore, delle risposte più intime che viaggiano sui binari estetici ed emozionali della comunicazione, quei binari che portano naturalmente alla verità e bellezza del messaggio, dolce o duro che sia. Bisogna portare rispetto al Sud, perché è più antico di noi, e ci sopravvivrà. Perché il Sud possiede la saggezza del tempo, il dolore della sottomissione, il ricordo della ricchezza e dell’opulenza, il senso della gioia e del convivio nonostante tutto.
Purtroppo gli effimeri e temporanei “aiuti” al Sud (dietro i quali sono stati nascosti ben più copiosi e strategici aiuti a l Nord), non hanno fatto altro che sottolineare altri archetipi che virtù non sono: omertà, individualismo, esterofilia. Sono questi i lacci con i quali il meridione si imbriglia da solo e si impedisce di volare. Oggi più che mai il Sud esige nuova consapevolezza sulla propria natura, sulla propria storia (sia come persone che come meridionali e mediterranei). Ha bisogno di tornare a credere nelle proprie forze, nelle proprie ricchezze e soprattutto nello stile di vita che gli è più congeniale. Il Sud ha bisogno del mondo, perfino della cultura del nord e dell’occidente. Solo così Il Mediterraneo potrà tornare a ciò che è stato: il cuore della civiltà del mondo e, nell’era della comunicazione fonderà, sulla sua capacità di dialogo con le diversità, il progetto per un futuro più umano ed un nuovo rinascimento in cui il progresso si misurerà non sull’avere, ma sul sentire. Solo in questa maniera si può riuscire ad avere una visione complessiva dei fenomeni: noi siamo legati a tutto, ma non per questo siamo tenuti a subire tutto.
È tipico del meridionale prediligere il fare manuale. La capacità di sopravvivere, di allearsi con il tempo e di gustare la felicità, appartiene alle mani che si sanno sporcare ancora per conoscere le cose intorno ad esse, per comunicare con loro, con ogni singolo particolare e con il tutto, in un dialogo sensibile, duro, operoso e giocoso teso a rendere arte di vita l’azione quotidiana. Un dialogo che non costruisce i recinti dell’identità, ma gli strumenti di accoglienza del nuovo e dell’altro. Il tramandare lento e scrupoloso della cultura del territorio, che giorno dopo giorno si compiva nelle vite contadine, nelle botteghe artigiane e nei piccoli commerci delle nostre comunità, oggi rischia di interrompersi. L’Italia e il Sud possono rinascere nella misura in cui queste piccole grandi sapienze torneranno a rigenerarsi. È questa l’Italia che vince, che crea, che costruisce e che indica la via al mondo, a partire dal suo ventre: dal Sud.
In questa visone mediterraneo-centrica, il Sud assume primaria importanza come associazione di tutti i Sud del mondo. In questa estensione si possono tracciare nuovi confini geopolitici che meglio riescono ad esprimere la forza, grandezza e ricchezza del pensiero del Sud. L’Italia potrebbe divenire il faro di una nuova ispirazione che ha la sua matrice proprio nel pensiero del Sud, nel cuore del Mediterraneo. Il Sud lo sa e sa aspettare, perché Il Sud è paziente e vede lontano.